Dalle composizioni della Gulotta si capisce chiaramente che l’arte ancora oggi parla al cuore della gente ed è ancora capace di emozionare, coinvolgere, suggerire, evocare … Anzi, seguendo la concezione hegeliana dell’estetica, si coglie, nelle sue opere, la consapevolezza di una metamorfosi dell’arte, che non resta congelata e dogmatizzata nel passato, ma è il continuo divenire di una nuova “artisticità”, che attraverso una costante ricerca determina una visione del mondo…per costruire altri mondi possibili.
È difficile però dare una definizione univoca al codice espressivo della Gulotta, perché la sua sintassi formale spazia da un impianto figurativo, a formulazioni astratte e di natura contemplativa. Particolare è il suo interesse per la figura femminile, spesso impreziosita su fondali dorati che esaltano e accentuano la magia e l’incanto del soggetto trattato. Qui l’elemento materico si fa sintassi di un particolare “sentire” e si carica di valori e valenze superiori, ad espressione di una forte creatività. Diversa è la sua poetica quando recupera gli stilemi di un astrattismo assai originale, sia per la particolarità della gamma tonale sia per l’equilibrio e l’armonia della composizione che nulla lascia all’occasionalità. Inoltre gli elementi costitutivi di queste formulazioni, si fanno espressione di un linguaggio sotterraneo che veicola emozioni e stati d’animo di una complessa spiritualità (Nelle foto Barbara Braghin e Roberta Gulotta).
BARBARA BRAGHIN
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